Il metodo scientifico
Si parla molto in questo periodo di verità scientifiche, di metodi di cura scientificamente provati, di terapie scientificamente riconosciute.
Quando ero a scuola, per metodo scientifico s’intendeva un esperimento che si poteva riprodurre e dava sempre lo stesso risultato. Ora ho cercato questa definizione su Wikipedia ma le cose si sono notevolmente complicate da quando Albert Einstein ha elaborato la teoria della relatività e successivamente la fisica quantistica ha dato un ulteriore spallata alle semplici e chiare regole che avevo studiato.
Ma la scienza medica non sembra aver fatto passi in avanti; la verità è sempre una sola e tutto ciò che non arriva dalle multinazionali del farmaco viene visto con sospetto.
L’omeopatia, ad esempio, continua ad essere percepita come inaffidabile. In toscana abbiamo ambulatori ASL di omeopatia e di agopuntura dove i pazienti pagano i regolari ticket per accedere, eppure ancora oggi i medici guardano con sospetto queste pratiche con cui si curano regolarmente circa 3 milioni di italiani mentre il 20% le utilizza almeno una volta all’anno .
Il problema nasce dal fatto che in un rimedio omeopatico ad una diluizione superiore alla 12 ch, non si trova più la molecola di base della sostanza da cui il rimedio è ricavato : quindi per la medicina convenzionale il rimedio è fatto solo di acqua e non può funzionare, se non per l’effetto placebo :cioè perché ci suggestioniamo
A nulla vale ricordare che si curano i bambini e gli animali con l’omeopatia; intere stalle sono seguite dai veterinari omeopati che trattano le epidemie così frequenti negli allevamenti intensivi; ma molti medici dicono che questa non è scienza perché non si vede la molecola che cura.
E allora vi racconto una storia che può far riflettere.
Dal 1200-1300 iniziarono a nascere le prime università di medicina, frequentate da soli uomini, si cercava di imparare attraverso le autopsie come funzionava la vita umana, e si apprendeva come curare con le piante, i salassi, i bagni. L’ostetricia però rimaneva un problema, un maschio, infatti,non poteva toccare una femmina e tanto meno assistere al suo parto. Le donne partorivano a casa seguite dalle più anziane e con più esperienza.
Per riuscire a imparare l’arte ostetrica si trovò quindi una soluzione: le donne più povere e senza famiglia venivano costrette a partorire in quello che anche allora si chiamava Ospedale, ma che altro non era che un posto dove si raccoglievano le persone malate sole , i poveri senza casa e i pellegrini di passaggio .
Le gravide cercavano di scappare agli “infermieri” che le volevano prendere, perché negli ospedali la percentuale di morte durante il parto era del 80%.
In questi luoghi i medici facevano autopsie a mani nude (non si conosceva l’esistenza dei batteri) e con quelle stesse mani assistevano le donne durante il parto contaminandole e facendole morire di setticemia: l’infezione all’utero si propagandava in fretta e la donna moriva con un sepsi generalizzata.
Nei congressi medici si discuteva e nessuno trovava una spiegazione.
Nella prima metà dell’ottocento il dott . Semmelweis , medico di un ospedale che mieteva come tutti molte vittime, pensò che non era morale entrare in contatto con la vita dopo aver toccato la morte. Egli decise allora di mettere fra la stanza delle autopsie e quella del parto una bacinella d’acqua perché i medici potessero purificarsi le mani, come in un battesimo, dalla morte per poter rinascere alla vita .
Dopo poche settimane il dott . Semmelweis si accorse che la mortalità per il parto era scesa al 40% e portò la sua scoperta ai congressi medici. Ma i colleghi non apprezzarono l’idea di doversi lavare le mani, era poco onorevole e poco dignitoso, il microscopio ancora non esisteva e quindi la base “scientifica” per quella scoperta non c’era.
Il fatto evidente che le morti fossero diminuite non era sufficiente, i medici non potevano abbassarsi a fare un gesto (immergere le mani nell’acqua)che non aveva apparentemente nessuna logica.
Il dott. Semmelweis venne radiato dall’allora Ordine di Medici ( vi ricorda nulla?),nel suo ospedale e negli altri si continuò a morire di parto finchè non si scoprirono il microscopio e i batteri
Molte cose non sappiamo come avvengono ma sappiamo che esistono: l’innamorarsi ad esempio.
Conosciamo la funzione di solo il 20% del nostro cervello e non sappiamo gli altri 80% cosa stiano facendo.
Utilizziamo per vedere una certa lunghezza d’onda, se ne avessimo una diversa, ad esempio quella dei raggi X vedremo scheletri e non occorrerebbero i vestiti. Usiamo gli strumenti che abbiamo per scoprire il mondo, ma sono strumenti limitati e sempre in evoluzione. Definire ogni nuova teoria o terapia come stregoneria, inganno, imbroglio vuol dire solo bloccare la crescita dell’essere umano.
Una verità scientifica, infatti, si può definire tale solo finché non viene superata da una nuova scoperta. Chiudersi alle nuove teorie, contrastarle per principio, è un meccanismo che impedisce lo sviluppo dell’uomo e salva il potere e i guadagni della classe medica dominante.