tratto da un articolo di Antonio Panti pubblicato su Toscana Medica Aprile 2011
“ La tecnologia trionfante che consente di “vedere” dentro il paziente e l’informatica con le sue visite virtuali fra medici e malati ugualmente virtuali hanno inciso pesantemente sulla prassi della raccolta dell’anamnesi e dell’esecuzione dell’esame obbiettivo (….) Ispezionare,palpare, auscultare. E ascoltare? Se il rapporto umano con il paziente è la sostanza della medicina da millenni, l’anamnesi e l’esame obbiettivo sono la conquista degli ultimi due secoli.
“ La tecnologia trionfante che consente di “vedere” dentro il paziente e l’informatica con le sue visite virtuali fra medici e malati ugualmente virtuali hanno inciso pesantemente sulla prassi della raccolta dell’anamnesi e dell’esecuzione dell’esame obbiettivo (….) Ispezionare,palpare, auscultare. E ascoltare? Se il rapporto umano con il paziente è la sostanza della medicina da millenni, l’anamnesi e l’esame obbiettivo sono la conquista degli ultimi due secoli.
Ci stiamo rinunciando?
Il potere terapeutico del medico, sta,al di là delle sue competenze scientifiche e tecniche, nell’ascolto del paziente e nello stabilire con questi un rapporto fisico.(…) Il medico abile sa fare una visita.
Come la mettiamo con l’informatica, il medico virtuale e il paziente virtuale per una visita virtuale?
In conclusione, il significato scientifico, etico e umano, e la necessità di una visita fisica sono la base di una relazione vera, senza la qual nessuna terapia sarà mai veramente efficace.
Il medico vive una vita dedita all’apprendimento.
Se non ha la curiosità può fare qualsiasi altro mestiere ma non il medico.
Ma non basta.
La capacità di ascolto e quella di “toccare” il prossimo si fondano sull’amore e sulla capacità di compassione. Se poi sarà capace di indignarsi quando, per qualsiasi ragione,il paziente non potrà fruire degli stessi diritti che spettano a tutti gli esseri umani, allora sarà un vero medico. Non virtuale ma virtuoso”