Cosa significa una medicina olistica?
Dalla parola greca : “HOLON” cioè TUTTO nasce nell’ultimo decennio il concetto di medicina olistica : un modo “totale” di guardare alla salute della persona
La filosofia OLISTICA sostiene che un sistema non può essere analizzato o descritto solo guardandone le singole componenti; inoltre : “ la sommatoria funzionale delle parti è sempre maggiore/differente della somma delle prestazioni delle parti prese singolarmente”.
Tutte le medicine orientali e anche la nostra stessa medicina fino all’ottocento consideravano l’essere umano un organismo unico e non una serie di organi più o meno malati.
Fu con lo sviluppo degli studi anatomici, della Scienza,del Positivismo e poi con la ricerca microscopica e cellulare che si perse  in occidente il concetto di TUTTO e l’uomo divenne solo un fegato malato, una cellula atipica,una proteina che non funziona.
Questa parcellizzazione della salute ha portato i malati a non sentirsi più visti/ascoltati/curati come persone ma solo come organi/pezzi difettosi.
Questa esasperazione “scientifica” ha condotto i medici a fare un lavoro sempre più tecnico, sempre meno soddisfacente, sempre più distaccato,perdendo la maggiore ricchezza della loro professione: la capacità di ascoltare e l’empatia con il paziente.
La crisi dei nostri giorni nel rapporto medico/paziente  dipende dall’aver perso quella fiducia reciproca  in un cammino terapeutico che dottore  e assistito decidono e concordano di seguire assieme per arrivare, se possibile, alla guarigione. Un cammino terapeutico fatto di cure,sostegno,umiltà, vicinanza.
 
Samuel Hahnemann e la medicina omeopatica
La medicina omeopatica è medicina olistica perché cura e riequilibria l’energia vitale dell’individuo, ovvero quella energia che tiene in equilibrio mente-corpo-spirito di ogni essere umano.
L’omeopatia quindi non cura un sintomo ma cura la persona.
Hahnemann fu l’inventore di questa tecnica terapeutica. Laureatosi nel 1779,   scoprì che i lavoratori delle concerie(che usavano il chinino per conciare le pelli)si ammalavano dei sintomi della malaria(febbre alta a giorni alterni con vomito, dolori addominali e cefalea);e la malaria era una malattia che veniva abitualmente curata proprio con il chinino.
Altre osservazioni simili lo portarono così a definire il principio base della omeopatia :
“IL SIMILE CURA IL SIMILE” e la sua definizione:
OMEOPATIA: omeos-pathos:curare la malattia con una malattia uguale.
 
Iniziò la sperimentazione(PROVING) di varie sostanze del regno animale,vegetale e minerale (es. apis:derivato dall’ape-belladonna : derivato dal fiore omonimo -aurum: derivato dall’oro)
Somministrò  queste sostanze diluite e dinamizzate a persone sane(lui stesso, i familiari e altri colleghi medici) finchè queste persone non iniziavano a sviluppare dei sintomi : sintomi che egli raccolse e catalogò.
Tutti i sintomi sviluppati da una sostanza/rimedio
vennero trascritti sulla Materia Medica Omeopatica, la bibbia degli omeopati.
I malati che avrebbero presentato quei sintomi sarebbero stati curati con quella sostanza.
Ad esempio un uomo sano che prende per qualche giorno Belladonna diluita e dinamizzata svilupperà una febbre alta,con occhi lucidi, gote rosse e confusione mentale e dunque un malato con questo tipo di febbre guarirà velocemente con Bellladonna.
 
Tuttora nelle scuole di omeopatia si sperimentano su soggetti sani ( i medici) nuove sostanze , oppure si ripetono proving di vecchi rimedi per studiarli meglio.
 
Hahnemann scrisse anche l’ORGANON con i principi base dell’omeopatia e i suoi pazienti dovevano leggerlo prima di prendere il rimedio.
Ebbe una moglie e dieci figli,quando morì tutti i suoi scritti restarono alla moglie,molto più giovane di lui.
 
La stato di salute e di malattia
Ogni individuo possiede una forza vitale che lo fa vivere armoniosamente.
Questa forza mantiene in equilibrio l’essere umano in ogni sua funzione corporea,in ogni sua emozione. Se la forza vitale di una persona viene “danneggiata” reagisce sviluppando dei sintomi che cercano di riportare  l’organismo in equilibrio.
La nostra forza vitale può essere danneggiata ad esempio da una alimentazione sbagliata,da sostanze inquinanti, dallo stress, dai germi,dalle emozioni negative, da farmaci e vaccini.
Una volta avvenuto lo squilibrio appariranno i sintomi che non sono altro che il tentativo dell’organismo di ripristinare lo stato di salute: ad esempio una  diarrea per eliminare gli alimenti tossici ingeriti, o la febbre per sterilizzare i germi presenti e attivare il sistema immunitario .
Quindi il sintomo che noi percepiamo non è mai un nemico..ma un segnale che ci aiuta a capire la direzione della guarigione, un segnale da seguire e da assecondare.
La cura deve dunque andare nella STESSA direzione della malattia(OMEO_PATIA) non nella direzione contraria(ALLO_PATIA)
 
La guarigione
Per guarigione si intende il ritorno all’equilibrio della energia vitale della persona, non la scomparsa di un sintomo
Il processo di guarigione và dall’interno all’esterno:deve guarire l’uomo interno prima del sintomo esterno.
Se ad un paziente passa il mal di testa con il rimedio omeopatico ma inizia a soffrire di ansia ,vuol dire che non stiamo seguendo la via corretta.
La totale qualità della vita del paziente deve migliorare,solo così siamo sicuri di aver guarito un sintomo-
Se il sintomo esterno scompare ma la qualità della vita del paziente peggiora abbiamo fatto una SOPPRESSIONE :
siamo andati ad aggravare la persona anche se apparentemente ne abbiamo guarito i sintomi
I farmaci allopatici sono sempre soppressivi: essi infatti lavorano per togliere un sintomo e non tengono presente l’intero equilibrio psico-fisico del paziente.
Il processo di guarigione può essere quindi più lungo in omeopatia ma sicurame
nte sarà definitivo perché la scomparsa di un sintomo indicherà che l’equilibrio interno si è ripristinato e il sintomo non si ripresenterà.
 
Il rimedio omeopatico
Si tratta di una sostanza, derivata dal regno animale, vegetale o minerale,diluita e dinamizzata.
La diluizione e la dinamizzazione sono la caratteristica peculiare dei rimedi omeopatici. 
La potenza del rimedio è legata alla sua diluizione e dinamizzazione (cioè al numero delle sucussioni che ha ricevuto) Si prende una goccia estratta dalla sostanza e la si diluisce in  99 gocce di acqua
Poi si agita questa soluzione per 100 volte (sucussioni),quindi si prende una  goccia di questa nuova soluzione  e si aggiungono  altre 99 gocce di acqua e di nuovo seguono le 100 sucussioni..e così avanti fino a raggiungere la diluizione desiderata:
 per un rimedio alla 30 CH questo processo è stato fatto 30 volte.
Oltre la 12 CH nel liquido dinamizzato non c’è più nessuna molecola della sostanza di partenza dimostrabile chimicamente;per questo molti allopati sostengono che l’omeopatia sia “acqua fresca”
Le diluizioni del rimedio possono essere:
dalla 5ch alla 200ch fino alla 10000ch e oltre, ..
più la diluizione è alta e più il rimedio agisce sulla parte interiore e profonda dell’uomo.
 
Il colloquio omeopatico
E’ la base della prescrizione:serve a riconoscere lo squilibrio più interno del paziente,ovvero il suo vero nucleo malato.
Un colloquio omeopatico non può durare meno di 30/60 minuti per trovare il rimedio per una patologia cronica.
Durante il colloquio si prendono in esame le patologie più antiche e le cure seguite, i disturbi attuali, e anche  i desideri e le avversioni alimentari,il rapporto col vento e la pioggia e le altre condizioni atmosferiche,i sogni e il modo di dormire,il carattere e il modo di reagire alle situazioni.
Si crea in questo modo un puzzle che alla fine porta alla scelta del rimedio giusto per quella persona, con quella malattia, in quel momento della sua vita.
E il rimedio agisce come una chiave nella serratura: se è la chiave giusta la porta si apre e il processo di auto guarigione inizia ,dolcemente,il suo percorso verso una salute olistica.

<< torna indietro