L’OMEOPATIA E’ SCIENZA

Alla redazione di Altroconsumo, dopo aver letto l’intervista a Guido Silvestri (agosto2017)

Sono una vostra socia e lettrice da molti anni: apprezzo la vostra serietà e la correttezza nel dare informazioni ai consumatori, quindi sono rimasta stupita e amareggiata quando ho letto diversi vostri articoli che definivano pseudo-medicina l’omeopatia e sempre senza un contraddittorio con un medico omeopata. Anche nel numero di Settembre  della rivista NON AVETE PUBBLICATO le lettere che protestavano per il vostro articolo, AVETE DIFFUSO SOLO LA VOSTRA REPLICA. E questo mi sembra davvero scorretto.
Cerco di essere concisa utilizzando alcune frasi trovate nei vostri articoli:
GLI OMEOPATI NON SONO MEDICI SERI
Io sono medico ginecologo psicoterapeuta e omeopata: ho studiato 6 anni medicina, 4 ginecologia e altri 4 omeopatia, non c’è nulla di comodo e di conveniente a studiare 14 anni , c’è solo la passione e la certezza di poter guarire meglio le persone utilizzando strumenti diversi:  sono un medico, non un ciarlatano e quindi in scienza e coscienza posso decidere come trattare i pazienti, esattamente come qualsiasi altro laureato in medicina.
L’OMEOPATIA CREA FACILI GUADAGNI AL MEDICO
facendo l’omeopata si guadagna meno dei colleghi allopati: le visite durano almeno 45/60 minuti, e guadagno a visita come i miei colleghi allopati che fanno consulti di 15/20 minuti.  Inoltre sono sempre reperibile per telefono perchè le cure omeopatiche sono complesse e le persone necessitano di un contatto facile.
L’OMEOPATIA E’UNA PSEUDOSCIENZA
Sono responsabile da 14 anni dell’ambulatorio di omeopatia per la donna presso la Asl di Lucca, da 25 anni seguo le donne solo con il rimedio omeopatico, se possibile. Non ho problemi a dare un farmaco allopatico se l’omeopatia non funziona. In Francia, in Svizzera come in Germania e in altri paesi Europei i cittadini possono scegliere se avere un medico omeopatico oppure della
medicina convenzionale. In Gran Bretagna ci sono ospedali in cui si pratica
da decenni l’omeopatia. In India si calcola che siano almeno 300 milioni i
cittadini che utilizzano questo tipo di medicina e almeno 250.000 medici che
la praticano. Nei laboratori di diversi paesi tra cui l’Italia si studia con
successo il meccanismo di azione del medicinale omeopatico ed è ormai
dimostrata la capacità dei rimedi omeopatici di modificare il genoma
cellulare, attivando o bloccando geni specifici.
Nell’ambulatorio dell’ospedale di Lucca in cui opero sono
stati visitati complessivamente più di 6.000 persone e da anni si fanno
sistematicamente i report sulle caratteristiche sociodemografiche
dei pazienti che vi afferiscono, le patologie e i risultati ottenuti dopo il
trattamento omeopatico e i dati sono regolarmente trasmessi alla Direzione
sanitaria dell’Aziende ospedaliera e alla regione Toscana, e sono stati
spesso oggetto anche di pubblicazione su riviste scientifiche internazionali
indicizzate in PubMed.
Tutto questo per dire che l’omeopatia è una pratica medica scientifica in
grado di aiutare in modo dolce ed efficace il paziente in molte malattie e spesso
anche in situazioni cliniche in cui la medicina convenzionale non può non essere in grado di
agire.
L’OMEOPATIA è RISCHIOSA

Il bambino morto di otite è un dramma legato ad un errore medico, molti farmaci vengono dati in modo sbagliato omeopatici e non. Qualsiasi medico che procuri un danno al paziente deve pagare per il proprio errore: che sia omeopata o chirurgo o allopata non cambia molto. Se un paziente muore per un intervento chirurgico sbagliato sarebbe assurdo dire che la chirurgia non è un atto medico scientifico.
L’OMEOPATIA LA UTILIZZANO GLI IGNORANTI
I pazienti che vogliono essere curati con l’omeopatia sono delle classi medio-alte, molto informati su salute e prevenzione, hanno spesso un ottima alimentazione, fanno sport e spendono soldi e tempo per mantenersi in salute.

Credo che una rivista che si definisce scientifica come la vostra dovrebbe sentire entrambi le voci su temi così delicati e aprire un dibattito, più che dare dei giudizi.
Spero di vedere pubblicata questa mia lettera
dott.ssa Panozzo Marialessandra